Le emozioni sono meccanismi di adattamento che mediano fra le esigenze dell’organismo e gli stimoli dell’ambiente. Se c’è un pericolo, ci pensa la paura ad indicarci una strategica ritirata. E se invece vi è qualcosa di molto attraente, la passione allora metterà in moto le sue inesauribili risorse. Mai un’emozione è inutile. Semmai è il nostro analfabetismo emotivo che ce le rende incomprensibili. L’evoluzione si è data da fare fin dall’inizio per perfezionare questo potentissimo meccanismo di adattamento. Fin dagli esordi della vita, infatti, attrazione e repulsione hanno indicato la direzione da prendere ad ogni essere vivente.
A prima vista l’emozione sembrerebbe un fenomeno semplice e facilmente descrivibile. Ed invece la sua struttura è molto complessa, altrimenti non si spiegherebbe come gli studiosi si stiano affannando nella ricerca da tempo immemorabile.
Ogni emozione possiede la capacità, la propensione, la tendenza ad avvicinare o allontanare. La paura allontana e la fiducia avvicina. In timologia questa caratteristica è chiamata tropismo, per cui tutte le emozioni che tendono all’allontanamento sono definite antitropiche, mentre quelle che propendono all’avvicinamento sono protropiche.
Ogni emozione possiede inoltre una caratteristica di piacevolezza o sgradevolezza. La tristezza è spiacevole, mentre la gioia piacevole. In timologia questo aspetto va sotto il nome di edonia, per cui tutte le emozioni sgradevoli sono definite antiedoniche, mentre quelle gradevoli sono proedoniche.
Ogni emozione, proprio per queste proprietà, ne ha quindi una opposta e contraria. Questa qualità determina la binarietà emotiva, per cui ogni emozione ha la sua contraria che produce la risposta opposta. La simpatia tende alla collaborazione, mentre l’antipatia al rifiuto.
L’evoluzione, che le cose le sa far bene e in modo non casuale, ha dotato ogni emozione di una sua specializzazione. In timologia questa caratteristica è chiamata specificità, per cui tutte le emozioni sono specializzate per un loro compito preciso. La paura è la specialista del pericolo, mentre le contrarie fiducia e coraggio sono specializzate nell’affrontarlo.
Ogni emozione possiede inoltre un suo ufficio stampa, l’addetto alla comunicazione e alle public relations. Ovviamente lo fa in modo essenziale e rapido come è nella sua natura, attraverso le espressioni facciali. E quando vuole essere più convincente usa le posture corporee e le prosodie del tono, della velocità e del volume dei suoni.
Tutte queste caratteristiche concorrono a formare una struttura di adattamento potentissima, presente in modo diversamente complesso in ogni organismo vivente.
Ricorrendo alla solita paura, ma questo vale per ogni altra emozione, si può quindi analiticamente e scientificamente descriverla usando le categorie appena esposte.
Paura: emozione antitropica ed antiedonica, binaria con la fiducia, specifica del pericolo. Dotata di espressione facciale ad occhi sbarrati e bocca ad O, con aggiunta di urla e tremore alle membra.
Poi ognuno può sbizzarrirsi in altre direzioni, rischiando però di fare solo della letteratura. A meno che non ci si inoltri nelle neuroscienze. Ma questo richiede ulteriori approfondimenti, che in questa sede richiedono ben altro spazio.