La timologia è la scienza che studia le emozioni e l’intero mondo del sentire. Il termine deriva dal verbo greco timao e dal relativo sostantivo timé. Il verbo usato in vari contesti con sfumature diverse indica lo stimare, il valutare, il pagare, il tassare, l’onorare e il segnalare, e quindi il sostantivo indica il pagamento, la stima, la valutazione e la determinazione del valore. L’altro sostantivo thimos indica il principio della vitalità e l’anima emotiva, in particolar modo il respiro e in senso più ampio l’animo e il cuore come sede delle passioni. Il termine timia, poco conosciuto e trascurato nel passato, include tutti gli stati emotivi: umori, emozioni, passioni, atteggiamenti e la motivazione, i quali secondo la prospettiva timologica sono originati dall’interazione fra i bisogni dell’essere vivente e l’ambiente.
I termini di derivazione poco usati, come atimia, ciclotimia ed ipertimia, in psichiatria si riferiscono all’umore e alle manifestazioni affettive, mentre l’olotimia riguarda le alterazioni dell’umore e la catatimia la deformazione della coscienza provocata da violente perturbazioni dell’umore.
In timologia si usa il termine eutimia (da eu, buono) per indicare gli stati timici piacevoli ed il termine cacotimia (da kakòs, cattivo, contrario) per gli stati timici sgradevoli. L’aggettivo timognomico indica ciò che è riconoscibile come timico.
Oggetto quindi della timologia è la timia, la funzione adattiva centrale che media fra i bisogni dell’organismo animale vivente e l’ambiente. Nell’uomo comprende l’umore, le emozioni, le passioni, gli atteggiamenti, le motivazioni e la pensabilità emotiva, i quali regolano tutte le interazioni umane.