EMOZIONI: 2. Repulsione

Nella precedente riflessione abbiamo analizzato l’emozione più primitiva: l’attrazione, la quale attiva la spinta che mette in moto ogni vivente.

La spinta contraria è rappresentata dalla repulsione, la quale insieme all’attrazione costituisce il sistema binario dell’avvicinamento/allontanamento. La sua funzione è di attivare l’evitamento degli oggetti e dalle sostanze contaminanti e repellenti, contrari ai bisogni di sussistenza e alla preservazione fisiologica. Fanno parte della stessa area emozioni come lo schifo, il disgusto, il rigetto, la nausea, la ripugnanza, il ribrezzo e persino l’orrore.

repulsione

Le espressioni che segnalano la repulsione sono l’arricciare le narici, il rovesciare le labbra, l’atto d’allargare la bocca per espellere fuori, il tirar fuori la lingua per irritazione, il conato di vomito, i contorcimenti ed i vocalizzi di ribrezzo. Il comportamento che segue è l’allontanamento e la frapposizione di una distanza dalle cose repellenti.

La repulsione viene potenziata dalle emozioni spiacevoli, come il dispiacere, la tristezza, la colpa, ma anche dalla paura, dalla rabbia che può diventare indignazione, sdegno, disistima, irritazione. Le emozioni che invece la contrastano sono le emozioni positive, cioè il piacere, la fiducia, la gioia e la felicità.

Nella esperienza umana la repulsione diventa lo schifo. Non va dimenticato infatti, che alla base del razzismo e degli atteggiamenti di esclusione, il diverso viene vissuto con repulsione. Purtroppo si dimentica che il naso in queste situazioni fa la sua parte senza che ce ne rendiamo conto. In effetti razze diverse hanno odori diversi, il che è come dire che puzzano!

razzismo

 

Ma è anche in alcune inspiegabili antipatie che il messaggio repulsivo-olfattivo gioca la sua parte. Perché altrimenti si spenderebbero fortune in profumi, prodotti igienici e deodoranti?

lei

È risaputo in psicologia che  l’odore gioca una sua parte importantissima nella formazione della coppia. Essere consapevoli di questo ancestrale fenomeno aiuta a non cadere nelle facili trappole del rifiuto.

lui

L’oggetto verso cui è rivolta questa emozione è generalmente qualcosa di inanimato; nel disgusto è essenzialmente rivolta al cibo e contiene il rifiuto della contaminazione, il bisogno dell’auto-preservazione o di rimanere puri.

I sensi maggiormente interessati sono i più antichi: il gusto e l’olfatto, ma sono anche compresi quei sensi che trasmettono le esperienze estetiche: schifoso può voler dire anche brutto. È evidente quanto in natura la repulsione sia decisiva agli effetti della sopravvivenza. Mentre nella vita sociale umana perde la sua funzione di segnalazione e protezione da veleni e contaminazioni, e rimane relegata agli ambiti dell’igiene.

Quando invece interviene nella relazione, e non è consapevole, in modo subdolo mina i rapporti dando il via ad antipatie difficilmente controllabili.

Ancora una volta l’aver consapevolezza delle proprie emozioni protegge da inspiegabili conflitti ed ostilità, mentre il contrario segnala l’analfabetismo emotivo.