L’emozione più arcaica e primitiva è sicuramente l’attrazione con la contraria repulsione. In timologia non si concepisce un’emozione senza la sua contraria, perché per definizione, essendo l’emozione un meccanismo di adattamento, si deve dare sempre la doppia possibilità di fronte ad un evento. Perciò le emozioni vanno sempre in coppia: di cui una spinge all’avvicinamento e la contraria all’allontanamento; una è piacevole e l’altra spiacevole, se non addirittura dolorosa.
Fin dalle forme più primitive della vita animale ritroviamo questa doppia capacità. I biologi ci spiegano che i procarioti, organismi unicellulari molto semplici e privi di nucleo come i batteri e le alghe azzurre, spesso incontrano in natura gradienti chimici e fisici, ai quali rispondono in modo positivo o negativo, stimolando la cellula ad avvicinarsi o ad allontanarsi dalla molecola segnale. Questi movimenti direzionali sono le cosiddette tassie, e nelle cellule batteriche se ne conoscono diverse. Le due più studiate sono la chemiotassi, la risposta ad una sostanza chimica, e la fototassi, la risposta alla luce. Già nei batteri, quindi, è presente la capacità di “riconoscere” ciò che è utile alla loro sopravvivenza.
Nell’uomo la primitiva abilità diventa la coppia emotiva complessa dell’attrazione/repulsione umana. La differenza fra l’emozione umana e quella animale è paragonabile a ciò che corre fra un aquilone ed un jet supersonico: ambedue volano, ma quale diversità!
Sebbene l’attrazione sia diversa da animale ad animale, la spinta ad annusare, toccare ed esplorare, anche oralmente, è presente in tutti gli animali; si attiva anche nell’eccitazione sessuale, in tutti gli stati attrattivi, nel gioco e nelle forme di aggressività fredda predatoria. Appetiti, predazione e gioco hanno basi neurologiche in comune. La spinta al gioco può essere intesa come le prova generale e l’affinamento delle strategie che verranno messe in atto nella predazione. I felini giocano con le prede e lo fanno spesso in presenza dei cuccioli. Nei bambini si attiva maggiormente nei giochi più fisici come la lotta e nei giochi competitivi connessi al movimento. Ciò va a favorire lo sviluppo motorio e a sviluppare la rappresentazione del mondo.
Nell’adulto l’attrazione entra in gioco in tutto quello che si fa. Senza attrazione si va verso l’inattività o addirittura verso la depressione. Il mancato controllo dell’attrazione genera la frenesia.
Negli animali è presente soprattutto nei predatori. Una volpe che penetri in un pollaio, non uccide solo quello che immediatamente le serve, ma in preda alla frenesia alimentare massacra tutto il pollaio.
Nell’uomo la frenesia si espande in varie direzioni. Esiste la frenesia alimentare e del possesso; la frenesia del controllo o del potere che spinge invece ai delitti più nefandi; la frenesia sessuale che riduce l’altro a puro oggetto del piacere; la frenesia mentale la quale spinge alla ricerca del successo e della fama. Le frenesie raramente sono singole. La frenesia politica si accompagna all’arricchimento e anche alla sessualità smodata, come ben ci racconta la storia antica, moderna e contemporanea.
Per non cadere nelle trappole tormentose della frenesia, è opportuno imparare a praticare la temperanza e la sobrietà …
se si vuole essere felici!