Emozioni 10: la rabbia

La rabbia.

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All’opposto della filia e dell’affetto si situa la rabbia, la quale segnala la relazione ostile e contraria, cioè “l’esser contro”.

Come emozione è lessicalmente la più ampia nella lingua italiana (ben il 14%), e ciò la dice lunga sulla sua pratica e sulla sua presenza nell’arena della relazione.

La rabbia include sentimenti come: gelosia, ritrosia, ingratitudine, indignazione, corruccio, esasperazione, disprezzo, inimicizia, risentimento, ira, collera, rancore, livore, odio, orgoglio, invidia, furore, dispetto, astio, impazienza, ostilità, superbia, intrattabilità, insensibilità, intolleranza, sdegno, nervosismo, stizza, avversione, irascibilità, furia, risentimento, malanimo, escandescenza, antipatia, scontrosità, sicuramente è presente anche nella noia con cui condivide il fastidio.

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Di sicuro sta alla base della gelosia patologica, dell’invidia, dell’aggressività e dell’odio che sono fra le emozioni umane più distruttive. La rabbia è ciò che più le persone cercano di controllare per l’alto malessere che determina.

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L’espressione facciale è caratterizzata dall’aggrottare violento delle sopracciglia, lo scoprire e il digrignare dei denti, oppure lo stringere fortemente le labbra, mentre gli occhi appaiono lampeggianti. Il resto del corpo può tendersi fino all’immobilità o potenziare l’attività motoria.

Le sensazioni soggettive più comuni sono: il calore, l’irrigidimento della muscolatura, l’irrequietezza estrema, la paura di perdere il controllo.

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La voce si alza di volume e di intensità, il tono può essere minaccioso o stridulo o sibilante. Il battito cardiaco si accelera, aumenta la tensione muscolare e la sudorazione, la pressione arteriosa e l’irrorazione dei vasi sanguigni periferici, perciò si dice “rosso di collera”!

La rabbia scatena le vie di fatto con espressioni verbali ed azioni contro persone, oggetti inanimati o anche istituzioni. Sono però gli altri esseri umani la fonte più frequente della scatenamento, soprattutto le persone più intime e vicine. Poiché la conseguenza è il senso di colpa, spesso la si attribuisce agli altri giacché se ne teme l’ostilità.

Gli eventi scatenanti la rabbia sono: violenze, tradimenti, abbandoni, sfruttamento, giudizi, ingiustizie, i quali danno la stura a vendette e/o giudizi malevoli, mentre nello sdegno e nella disapprovazione la contrarietà è positiva.

Nella distruttività interviene il piacere sadico, mentre nell’indignazione si rileva un’eticità, che non è presente però nelle azioni giustizialiste. La rabbia è sempre pregna d’un sentire negativo capace nel tempo di minare la salute di colui che la coltiva.

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Recenti ricerche hanno evidenziato nei soggetti ostili e rabbiosi una maggiore predisposizione alle malattie infettive e c’è anche chi ha ipotizzato addirittura una maggiore presenza di tumore. Aldilà della veridicità di queste affermazioni è certo che il perdono ha un potere rasserenante e terapeutico, perché meno rabbia vuol dire più felicità.

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