Binarietà emotiva e liminalità timica

Un certo atteggiamento culturale ingenuo ci ha abituati a pensare alle emozioni come a dei fenomeni a se stanti e singolari, distinti fra loro. Niente di più errato! Parlare del giorno e della notte come separati fra loro, è dimenticare che sono le due facce di un unico fenomeno, generato dalla rotazione terrestre intorno al proprio asse. Questo vale per ogni fenomeno che abbia il suo contrario: il caldo ed il freddo, la luce ed il buio, il prima ed il dopo, il sopra e il sotto, e così via discorrendo per un’infinità di fatti, tal ché si può parlare di binarietà generale insita in ogni fenomeno, perché ha sempre un prima ed un dopo, un inizio ed una fine ed accade sempre tra almeno due elementi che tra loro interagiscono.

Le emozioni sono il fenomeno che è generato dall’interazione fra l’ambiente ed i bisogni della persona. Il bisogno di sopravvivenza si avvale della fiducia/paura per interagire con il pericolo ed il suo contrario, la protezione. Quando si è dentro la paura, si è fuori dalla fiducia. Quando si è nella sicurezza, vi è assenza o lontananza dal pericolo.

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Inoltre, non solo ogni emozione è binaria perché ha sempre la propria contraria, ma anche perché lo è strutturalmente. Infatti ogni emozione è dotata di una propensione, spinta (chiamata tropismo in timologia) all’avvicinamento o all’allontanamento e di una edonia piacevole o spiacevole: la fiducia propende all’avvicinamento ed è edonicamente piacevole, mentre la contraria paura spinge all’allontanamento ed è spiacevole. Amore/odio, fiducia/paura, rabbia/filia, gioia/tristezza, attrazione/repulsione sono solo alcune delle numerose coppie emotive più conosciute. Sapere che ogni emozione fa parte di un sistema binario è fondamentale agli effetti della comprensione delle emozioni ed è necessario per poter parlare di competenza emotiva, perché aiuta a leggere la mappa emotiva entro cui si è immersi.

   La liminalità timica

Una volta assodato che ogni emozione ha la propria contraria, diventa chiaro che ogni emozione si trova all’estremità di un continuum timico al cui opposto sta l’emozione cospecifica contraria. Esempio: la fiducia/paura.

ONNIPOTENZA<–FIDUCIA<–FIDARSI <– soglia –> PREOCCUPAZIONE–>PAURA–>TERRORE

    A sinistra della fiducia c’è la perdita totale del senso del pericolo, segnalato dall’atteggiamento dell’onnipotenza, mentre oltre la paura si va verso il terrore, se non addirittura verso la fobia o la catatonia patologiche. Lo schema disegnato vuole far rilevare che fra paura e fiducia, come in ogni coppia di emozioni contrarie, vi sia una soglia timica oltre la quale una emozione si attenua per divenire progressivamente l’altra.

La possibilità di trasformare un’emozione in un’altra in timologia si definisce liminalità timica. Il termine liminalità viene dalla parola latina limen, soglia – porta, oltre la quale si cambia il sentimento nel cospecifico contrario. Passare dall’odio all’amore, dalla tristezza alla gioia, dal tormento dei sensi di colpa alla serenità e magari alla felicità, come in ogni altra emozione negativa che si trasformi in positiva, è possedere la capacità liminale timica, cioè la sapienza che aiuta ad uscire dalle ombre del malessere emotivo per andare all’aperto verso il benessere.

     Ma cosa succede quando si perde la liminalità timica, la capacità di muoversi nel continuum emotivo, fissandosi ad un polo estremo? Comincia la sofferenza emotiva, se non addirittura la malattia funzionale con la perdita dell’equilibrio interiore o anche della salute psichica.

 bilanci

ODIO                                                  AMORE

      Chi coltiva, per esempio, l’odio e fa piegare dalla parte della cattiveria il proprio sentire, si inoltrerà progressivamente verso la malignità, con il gusto della distruttività. L’amore diventerà sempre meno importante e da non ricercare, percepito come inutile o impossibile. La regola vale anche per il polo contrario, quando si cade nel facile irenismo che nega l’esistenza dell’odio e si finisce per dimenticare che il male è nelle corde dell’animo umano.

     Passando ad altra copia, quando invece l’equilibrio pende paurosamente dalla parte della tristezza al punto da perdere ogni speranza di gioia, allora compare la depressione. Ciò valga per ogni coppia di emozioni.

Ogni cultura ha da sempre messo in atto dei riti, veri e propri passaggi liminali, per aiutare i propri appartenenti a vivere meglio. I riti funerari servono ad elaborare la tristezza generata dalla perdita. Anche il matrimonio è un rito liminale atto ad affrontare il distacco dalla famiglia d’origine. Nella religione cristiana c’è la confessione per elaborare il senso di colpa, mentre il perdono è il passaggio liminale dall’odio all’amore.

Il concetto di liminalità timica è comparso con la timologia e può diventare il nuovo paradigma per tentare nuove strade interpretative ed operative per affrontare il malessere emotivo e psichico.